E' di questi giorni l'ennesimo DPCM che vietando lo sci affosserà l'economia di interi paesi della fascia alpina.
Tutto all'insegna del 'la salute innanzi tutto', tanto ci sono 'i ristori' (ovvero elemosina a 'babbo morto').

Temo enormemente l'estrema sottovalutazione delle conseguenze economiche e sociali di scelte di questo tipo.

Se non ve lo siete letto vi consiglio la lettura di Pandemia, non mangiare il minestrone! nel quale cercavo di far capire che ogni norma se adottata deve essere pianificata, se ne deve verificare l'efficacia, e se inefficace va rimossa.

Sto assistendo con disagio alla distruzione di interi comparti economici, i risultati si vedranno durante la bancarotta già il prossimo anno.
In un paese in affanno, oggi economicamente avviato alla distruzione, finiremo venduti a chi ha i soldi per comprarci, stati o criminalità.

Ci vogliono regole corrette e vanno fatte rispettare, e non regole stupide ed inefficaci che servono solo a impedire alle persone di sopravvivere.
Dove sono gli assembramenti? Tutti sono in grado di capirlo semplicemente guardandosi attorno, nei mezzi pubblici innanzi tutto.

Alla mattina facevo colazione al Bar.
Un piccolo bar spazioso con 5 o sei tavolini.
Non penso di averci mai visto dentro più di 6 persone contemporaneamente. Il gestore è una persona responsabile, ha sempre fatto mantenere mascherina e distanze.
Oggi che siamo zona arancione, vedo le persone prendere il cappuccino portarlo fuori dalla porta al freddo, e sedersi sul muretto.
Il barista prepara i panini nella speranza che qualcuno a ora di pranzo se li venga a prendere e se li mangi in macchina.

Trovavo intelligente scrivere il cartello su quante persone devono poter stare dentro al locale contemporaneamente.
Tanto intelligente, quanto trovo stupida la norma per cui si deva uscire (che sia chiaro, se va bene dimezza i clienti e li butta fuori al freddo).
Cosa ci voleva semplicemente a controllare il numero di persone nei locali, se quelli dei bar sanno che una pattuglia tutti i giorni fa il giro di controllo a tutti i bar di Ferrara per vedere quante persone sono dentro, state tranquilli che fanno rispettare le norme.

E parlando dello sci, conosco bene l'ambiente ho sciato per anni, oggi che di fatto è uno sport di lusso al massimo potrei permettermi una giornata.
Ha senso bloccare tutto? E non lo dico per andarmi a divertire, ma per tutte quelle persone che vivono solo di quello.
L'informatica, che in questo ambiente è estremamente presente, sarebbe una garanzia.

Pensiamoci, tutti i comprensori più importanti sono estremamente informatizzati.
Si rende obbligatorio lo Skipass acquistabile On-Line (per magari riceverlo per posta).
Con lo Skipass il conto delle persone che frequentano un impianto è certo (hanno cancelletto e tutto il resto).
Se non si fanno code una accanto all'altra ma in fila indiana la distanza è assicurata dagli sci.
Se c'è un impianto da 2 si sale in 1 se da 4 in 2 e così via.
Nei bus o pulmini si limita la capienza.
Si permette alle baite (vere zone a rischio), di offrire solo il bere all'esterno e solo panche in cui sedersi in uno o due.

Insomma bastano poche regole di buon senso a mettere d'accordo salute ed economia.
Ed invece no, perché all'insegna del 'sicurezza innanzi tutto' si chiude tutto, 'tanto vi daremo soldi che non abbiamo, nel frattempo vivete d'aria'.

In questo momento Il futuro mi fa molta più paura della pandemia, anche perché per la pandemia mi comporto in modo da limitare al massimo i danni, ma dai danni effetto di regole sbagliate non posso difendermi (le regole anche sbagliate vanno comunque rispettate).

Ma al momento opportuno ci diranno che la pandemia ha distrutto questo paese, ma altri paesi 'stranamente', con regole magari meno stringenti ma meno astruse, ne usciranno meglio.