Dicono che in Cina in realtà la censura di fatto non esiste.
Non sono d’accordo,non tanto perché abbia esperienza in merito quanto perché continue prese di posizione ufficiali la giustificano nel nome della ‘identità culturale’ e tanti altri discutibili principi educativi, questo mi basta come conferma.
Sul fatto che sia poi sempre più facile aggirarle sono assolutamente convinto, concordo sul fatto che tentare di imbrigliare le idee sia sempre e comunque una ‘battaglia persa’.
Un giorno i Russi hanno scoperto tante favole che venivano loro raccontate, e se i cinesi scoprissero altrettanto?
Prima o poi la verità verrà a galla, in quel momento non vorrei essere nei panni di chi ha raccontato balle (a suo dire a fin di bene) per una vita.
Fossi nei dirigenti cinesi punterei tutto sulla trasparenza, il rischio che si accumulino troppi scheletri negli armadi (al di la di presunte buone intenzioni), rende la loro apertura sempre più pericolosa.