Quando uno Stato interviene con misure 'pesanti' che bloccano le libertà dei cittadini, decidono della vita delle attività economiche, obbligano lavoratori a smettere di lavorare, non si può fare 'alla leggera'.

Sia chiaro non contesto minimamente il diritto di uno Stato di dare obblighi pesanti, per il bene comune.
Tantomeno ovviamente contesto o minimizzo il rischio del Covid.
Contesto che il tutto sia fatto senza un assoluto rigore logico.

La premessa come tutti sanno è che il rischio zero non esiste, neanche se siete le persone più prudenti al mondo.
Quando tocco un oggetto che toccano altri mi pulisco con il disinfettante.
Ma quando faccio le ferrate pensate che sia passato qualcuno a pulire il filo con l'Amuchina? O quando in autostrada o in una macchinetta automatica strisciate la mano su un ferro che hanno toccato decine e decine di persone per prendere le monetine del resto?
Insomma si può essere cauti ma non si può prevedere tutto, ed in ogni caso noi siamo i primi artefici della nostra sicurezza, nostra e di chi ci sta attorno.

Appena vedete la parola Discoteca (in un qualsiasi articolo di giornale ecco le foto stile Ibiza con centinaia di ragazzotti sballati stretti come gli asparagi).
Ed ecco che per il sentire comune è il tempio della perdizione ed il Coronavirus ci va a nozze.

Purtroppo nessuno di coloro che fa parte dei comitati scientifici o di chi comunque decide è andato al di là di questi stereotipi.
Ed ecco normative allucinanti del tipo se vuoi ballare lo devi fare a 4 metri dal partner o altre follie simili.

Oppure non chiudiamo le discoteche si va solo ad ascoltare la musica.
Mi spiace per gli artisti, sarebbe come portare i miei figli in gelateria a guardare i gelati.

Andate in un bus, andate in una gelateria, andate in un concerto con distanziamento un metro.
Ora paragonatelo con una sala con una pista per 20 coppie (che non si scambiano) in cui ne ballano 5.

Non esistono solo i Rave Party, ci sono i locali da ballo (una volta si chiamavano 'Balere' e purtroppo oggi si chiamano discoteche).
Lo stesso locale ospita di norma serate estremamente diverse, un conto è avere ragazzi che ballano Rap, un conto avere chi balla le 'danze standard' (il liscio), un conto avere chi balla il Tango.

Il locale è lo stesso, ma sono mondi completamente diversi.

Non andrei mai a ballare in una pista affollata, ma all'aperto, ma anche al chiuso (alcune discoteche sono immense), distanziati, ballando solo con la mia partner penso di rischiare molto meno che dentro ad un bar.

Ed ecco cercare una pista con queste caratteristiche, quando in Emilia Romagna avevano vietato le sale sono andato in Toscana.
Ora che è vietato ovunque magari vado a San Marino.
E quando non possiamo balliamo in un campo da tennis dismesso o nei sottoscala, con il telefonino amplificato per terra.

E tutto questo nello sconforto di vedere sale con centinaia di posti che avevano dentro si e no 20 coppie sotto assoluto controllo, costrette a stare chiuse.

Le scuole di ballo che finalmente riaprono, permetteranno finalmente di ballare in una pista decente.
Non è importante la sicurezza, è importante per l'immagine poter dire 'non abbiamo riaperto le discoteche'.
Ed intanto spopolano le feste private o i Rave abusivi dove non c'è nessuno a controllare.

Il buon senso non richiede tanto, poche regole semplici.
Vale per le sagre di paese come per le discoteche.

Distanziamento tra le poltroncine (stesse regole dei ristoranti).
Smettiamola con le cazzate congiunti / non congiunti, si balla con una partner con la quale il distanziamento non è obbligatorio, vietato cambiare partner.
Basta uno con un telefonino a farti delle foto per dimostrare se hai fatto il furbo (molto più semplice che capire se uno è 'congiunto').
E se fai il furbo allontanamento immediato dalla sala e sanzione.

Se la sala ha 1000 posti se ne autorizzano 200 (prendendo SOLO nome, cognome e numero di telefono).
Se la pista (e vale anche per le sagre), ha 100 posti se ne autorizzano 20.
Farlo rispettare è facile, giro di nastro attorno alla pista con un ingresso ed un uscita, ed uno che conta le persone in pista e gestisce la turnazione.
Vi garantisco che ci sono sale enormi semideserte in cui il problema di fatto non esiste, il problema nasce se la pista la riempi.

Ma ci vuole tanto?
Così tornano a vivere i locali (dei quali molti non riapriranno più),  tornano a lavorare tante persone.
Se poi qualcuno pensa 'non ce la faranno per i costi', lasciate che decidano loro, deve essere lo Stato a decidere se una iniziativa privata è economicamente vantaggiosa?
 
Un appassionato di danze standard amareggiato