Wikipedia per la voce associazioni cita: riunione volontaria di individui che perseguono uno scopo comune, tipicamente senza fini di lucro.

Allora vediamo la situazione di queste associazioni.

Ci sono quelle istituzionali (sindacati di categoria, CNA, Confcommercio ecc.).
In questo caso il fine di lucro di norma esiste, o almeno esistono come Lobbyes.
In queste associazioni gli iscritti ci sono eccome, hanno dei servizi, insomma sono a tutti gli effetti uno strumento di lavoro.
Raccogliendo molti iscritti hanno di fatto anche un riconoscimento istituzionale.
Sono associazioni ricche che possono quindi permettersi personale ecc.

Ci sono poi le associazioni che assistono disabili o persone affette da malattie invalidanti, talvolta sono sostenute da pubbliche sovvenzioni o donazioni, 8x1000 ecc.
I soci sono molto spesso persone in pensione che hanno tempo da dedicare alla causa, persone spesso coinvolte per problemi di familiari con tali patologie o altro.
Per forza di cose sono associazioni che richiedono una presenza effettiva.
Sono un ottimo sostegno e quasi irrinunciabili per chi avendo qualcuno in famiglia con patologie invalidanti trova sostegno reciproco.

Ci sono le associazioni sportive, soffrono in quanto i costi per sostenerle sono altissimi, richiedono volontari e molto spesso solo i pensionati possono sostenerle con dell'attività.
La burocrazia italiana ci ha messo del proprio per cui chi si dedica magari per passione, non di rado rischia di dover adempiere a normative complesse correndo rischi di errori o denunce.
Sono associazioni importanti ma sempre più composte da pensionati e che boccheggiano nella speranza di sponsorizzazioni oramai quasi inesistenti.
Purtroppo si stanno lentamente spegnendo per mancanza di fondi.

Le associazioni politiche, di fatto delle Lobbies e vivono del contributo degli iscritti (e non solo), i contributi quando presenti molte volte sono frutto di interessi più o meno espliciti.
Aggregano anche volontari o sostenitori, si basano su consenso catturato negli anni, c'è chi ci vive sopra e ne fa un mestiere.

E le associazioni culturali?
Tutte le associazioni culturali chi più chi meno si basano su un numero di iscritti oramai limitato.
Gli appuntamenti 'fisici' sono pochi anche perché spesso costosi e logisticamente impegnativi, e le sponsorizzazioni sono oramai residuali, se non c'è dietro una possibilità di lucro.
Ci sono le false 'associazioni culturali' che quelle sanno dove reperire fondi, che fanno congressi pagati con contributi pubblici o strutture pubbliche in grado di attrarre finanziamenti in modo più o meno discutibile, ma le riporterei nella categoria delle associazioni con scopo di lucro.
Organizzativamente si può quasi sempre contare solo sui pensionati, tra i pochi che hanno tempo da dedicare ad attività non remunerative.

Quello che era una volta l'incontro di gruppi di persone con uguali interessi per interscambio di 'sapere' ha ancora senso?
Il sapere si scambia in rete (anche se lo scambio 'di persona' è tutta un'altra cosa), ma non tutti hanno il tempo per incontrarsi 'fisicamente'.
Queste associazioni portano avanti cause su determinati temi di interesse comune.
Delle volte la sola partecipazione non attiva fa sentire di dare il proprio sostegno ad una causa.
Ho tanti amici che fanno parte ad esempio degli Alpini, e qualcuno di questi, oramai quasi sempre pensionati, fanno anche dell'attività di sostegno sociale ma la stragrande maggioranza lo fa per dire 'sono dei loro'.
Altre associazioni vivono più per condividere momenti di amicizia insieme con persone con gli stessi interessi più che per spingere attivamente iniziative comuni.
Ma al di là di far parte di una cerchia, penso che il vero valore di queste associazioni stia su due fronti, avere un gruppo di riferimento di competenze su cui puntare all'occorrenza, poter instaurare relazioni con persone che condividono gli stessi interessi.
Molte associazioni hanno dei forum, dei gruppi Facebook, delle mailing list che permettono l'incontro virtuale il dialogo e la reciproca conoscenza.
Le più attive permettono degli incontri reali che non di rado portano a delle fattive possibilità di collaborazione con risvolti anche economico lavorativi.
Ovviamente la ricchezza di queste associazioni sta nelle persone che le compongono, poter dialogare con persone che hanno conoscenze da condividere, poter entrare in contatto con persone influenti ha un valore non trascurabile.
Sono queste secondo me le cose che danno un senso alle associazioni culturali al tempo di Internet.
Chi si iscrive ad una associazione di questo tipo lo può fare quindi per il solo poter dire 'ne faccio parte', arrivare all'incontro di dialogo più o meno indiretto fino alla conoscenza fisica con persone che trattano i propri temi e che magari hanno superiori competenze.
Se poi una piccola associazione, per via della propria storia o per la qualità dei propri iscritti (non necessariamente della quantità), viene anche riconosciuta in modo più o meno formale, il valore dell'iscrizione assume un senso ancora superiore.

In sintesi, vedo tante persone demotivate oggi dall'iscriversi o partecipare ad associazioni culturali senza scopo di lucro.
Quello che mi sento di dire, sono straordinari sistemi di relazione, non ci aspettiamo un ritorno sui 'servizi', non adagiamoci ad un mero senso di appartenenza (che pure ha un suo senso), ma cerchiamo di sfruttare al massimo le opportunità culturali e relazionali che queste possono offrire.

Oggi la cultura non sta solo nel sapere, ma nel sapere come e dove cercare, e avere una rete per arrivare a chi eventualmente è in grado di risolvere.