Probabilmente non molti sapranno che quando dagli Stati Uniti arrivò il primo supercalcolatore in Italia, uno dei primi problemi che si trovarono ad affrontare (oltre che il trasporto risolto usando una nave con un carico di angurie), fu quello delle marche da bollo.
Ebbene sì in Italia allora su ogni valvola doveva essere applicata una marca da bollo.
Poi trovarono una soluzione di compromesso comprando montagne di marche, ma ovviamente senza attaccarle.
Era il simbolo di quello che accade quando qualcosa di evoluto viene inserito nel contesto di un paese sottosviluppato con una burocrazia arcaica.
Ma la storia si ripete, oggi molti piccoli professionisti con giri d'affari risibili possono fare una fattura senza IVA con un regime semplificato mettendo in fattura una dizione 'Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 del.... ecc. ecc. Fino a qua niente di male solo un po di 'burocratese'.
Ma ecco ricomparire le famigerate marche da bollo.
Se hai una fattura oltre gli 77,47 Euro (caro legislatore perché non metterci anche ... 'fatta nelle notti di plenilunio degli anni divisibili per tre?), devi mettere sulla tua copia una marca da bollo da 2 euro e fare un altra annotazione in burocratese, 'imposta di bollo assolta mediante apposizione di marca da bollo di € 2,00 recante identificativo n. …… sull’originale in possesso del soggetto emittente'.
Già peccato che oramai tutti fanno le fatture in PDF e solo pochi rimasti indietro continuano a stamparle e mandarle per posta.
Ma con un apposita richiesta all'Agenzia delle Entrate cambia la scritta in burocratese paghi prima presumendo il numero di fatture e tutta la trafila ...... ARRRRRGHHHHHHHHHHHHH!
Alla fine la mandi al commercialista, le compri un po di bolli, ti segni inumeri, e quando le mandi il pdf lei stampa e ci attacca il patacchino stando attenta ad usare lo stesso numero che hai indicato nel documento.
Questo alla faccia del risparmio di carta.
La storia si ripete ... siamo e restiamo 'il paese dei cachi'.