Penso che ciascuno debba formarsi un opinione su ogni argomento, e chiedere a qualcuno di esprimersi oggi sulla Privacy è veramente problematico, in fondo è chiedere una soluzione a un qualcosa che, per come è concepito oggi, non ha soluzione.
Pure io ho cercato di trovare una sintesi su cui voglio avere un opinione (ma non ho certezze).
Se dovessi dare una definizione alla parola privacy come la gente la percepisce direi:
'la tutela delle informazioni che voglio tenere per me, comprese quelle che volontariamente o involontariamente rivelo'.
Evidentemente ci vuole poco a capire che in queste condizioni una tutela soddisfacente è impossibile.
Provo a dare una mia definizione:
'Tutela del mio ambito privato (casa, stanza d'albergo) da controlli esterni, tutela dei dati che custodisco personalmente, tutela della comunicazione diretta tra me ed un terzo, possibilità di revocare materiale da me postato in rete e profili personali da me creati'.
Questo penso sia il massimo ottenibile oggi.
La pretesa invece di mantenere un segreto su un qualcosa di rivelato, di ceduto a terzi, o di pubblico, è semplicemente qualcosa di impossibile nel lungo periodo, che poi con un sistema giudiziario discrezionale ed un ammasso di norme caotico come quello italiano, si permette a chi vuole di sparare nel mucchio.
Tutti a parlare di tutela dei dati ma sembra che tutti si rifacciano alla prima definizione, in pratica l'ottenimento di qualcosa di impossibile.
E' il caos, Comissione Europea, i Garanti, il Gruppo di lavoro Articolo 29, le istituzioni statunitensi, i colossi che questi dati li gestiscono.
Facebook, Google, Microsoft, Apple e tanti altri aggregatori di dati personali.
Una guerra tra chi dice i vuole la privacy e chi dice che la privacy non esiste più.
E sullo sfondo un problema vero e tanti, tanti soldi.
E la gente comune vuole la privacy ma non fa nulla per mantenerla, tutti esigono dagli altri quello che non impongono a se stessi.
Ricordo un mio Boss che si lamentava per la complicazione di dover inserire la password e la scriveva ovunque, per poi incavolarsi perchè qualcuno era entrato sul suo account di posta.
E che dire di quelli che pubblicano su Facebook tutto quello che fanno e poi si lamentano della telecamera davanti al bancomat?
Tutti si lamentano del tracciamento delle istituzioni salvo cambiare idea al primo attentato.
Il problema è che nessuno ha le idee chiare, la privacy esiste ma non è più quella di una volta.
Se vai a cena con l'amante e qualcuno ti fotografa devi fartene una ragione, non puoi invocare la privacy in pubblico.
Ma ci possono essere delle deroghe anche alla mia definizione?
Da un certo punto di vista in certi casi sì, la libertà paradossalmente dipende dalla limitazione delle libertà.
Il codice della strada così come le forze di polizia a farlo rispettare permettono a tutti di circolare in sicurezza, bisogna farsene una ragione.
Quindi non sarei contrario come logica alla sorveglianza, parlo di uno stato democratico che sorvegli all'interno per la sicurezza dei suoi cittadini.
Quindi sono daccordo con NSA, ECHELON ecc. ? NO!
Se vuoi proteggere il tuo paese se vuoi controlli le comunicazioni da e verso il tuo paese, non quelle degli altri magari tra loro.
E soprattutto deve essere una possibilità nelle mani solo di istituzioni pubbliche predisposte alla sicurezza del prorio stato, con divieto assoluto di divulgazione.
E se il cittadino non si fida dello Stato in cui vive, vada a vivere da un'altra parte.
L'ideale forse sarebbe un sistema di sicurezza globale trasnazionale e forse i figli o i figli dei miei figli lo vedranno.
Questo vuol dire avere regole comuni, una giustizia comune, un sistema di sicurezza unificato, perchè le comunicazioni oggi sono senza confini.
E come risolvere il problema dei dati accumulati nelle strutture private (vedi Facebook ad esempio)?
In fondo sono dati rilasciati per scelta.
Probabilmente un 'oblio delle conversazioni' social obbligatorio dopo alcuni anni non sarebbe male.
E comunque l'importante è poter revocare i profili (anche quelli storici).
In Italia dove tutto è all'insegna di poter dire che si è fatto è un proliferare di norme ridicole, montagne di inutili consensi informati, ma anche i garanti ci hanno messo del loro con il ridicolo cookie-law.
Ogni vota che vedo uscire una nuova norma per tutelare l'intutelabile capisco che nel tempo il mondo reale è sempre più distante da quello politico/legislativo.
Per chi cerca il consenso non serve fare poche cose utili, più facile farne tante inutili, impossibili da rispettare e demagogiche.