Leggo dell'iniziativa di Google di penalizzare nel ranking i siti che puntano a contenuti illegali o con richieste di rimozione.
Cercherà inoltre di favorire il rimando ai link originari dei contenuti rilanciati.

Certamente è una buona notizia che mi fa piacere, ritengo che (se veritiera), abbia anche buone possibilità di stimolare una regolarizzazione di certe posizioni, ben venga ma ...

Google negli anni ha attinto a piene mani da sistemi 'eticamente discutibili', una riprova?
Provate a chiedere agli utilizzatori di Chrome quanti effettivamente lo hanno caricato perché lo volevano, e quanti invece se lo sono ritrovato inaspettatamente a seguito dell'installazione di un altro programma (ovviamente per colpa loro, da qualche parte ci sarà stato scritto che avrebbero avuto la sorpresa installando il software xy).

A mio parere la posizione di mercato conquistata da zero da Chrome deve tutto a questa mossa che trovo estremamente discutibile.

Insomma ben vengano iniziative a scoraggiare comportamenti scorretti, ma tanto per cominciare certe iniziative dovrebbero venire con regole da un 'livello più alto' e non da un azienda privata che dovrebbe obbedire a delle regole e non solo dettarle, poi trovo anacronistico che sia Google (a mio parere il potere forte per antonomasia), di fatto a ergersi a poliziotto della rete.

Questo non vuol dire non apprezzare l'iniziativa, sono semplicemente dispiaciuto del fatto che continua la logica per cui Internet (di fatto un bene pubblico), è governata per la gran parte da equilibri e regole non imposte a livello sovranazionale, ma dai più forti.