Che il sistema politico in Italia (e non solo) non viva di grande popolarità non è una novità ma quella che è in crisi e la democrazia rappresentativa.

E' appena finita a Ferrara la manifestazione 'Internazionale' in cui ho seguito un interessante dibattito sul tema ma con conclusioni che trovo discutibili.

Cosa centra questo con l'informatica? A mio parere centra eccome, oggi le persone semplicemente non vogliono intermediazioni, la tecnologia ha abituato ad esprimersi direttamente su ogni argomento.

Vi faccio un esempio, chi sa al momento usare meglio la tecnologia? Gli informatici. E' una categoria che non vuole anche solo marginalmente essere rappresentata da sindacati, associazioni e altre aggregazioni che contano numeri di iscritti esigui.
A questo punto uno ipotizzerebbe un disinteresse per il dibattito sui temi della categoria, e invece è un fiorire di prese di posizione in blog, forum e quant'altro.

La democrazia come è stata concepita fino ad oggi è stata basata sul fatto che deleghiamo un gruppo a rappresentarci su una miriade di temi. Non possiamo evidentemente interpellare i nostri eletti su ciascuno di essi, difficilmente tutte le idee portate avanti dal gruppo corrispondono appieno alle nostre (a meno di forzare le proprie posizioni come atto di fiducia).
Per cui spesso si crea distanza su temi specifici anche con i propri eletti.

E poi se cambiamo in corso d'opera le opinioni occorre attendere un'altra elezione.

Sono nate le ideologie di destra di sinistra e di centro per rappresentare categorie sociali, ma le cose da fare oggettivamente 'più giuste' dovrebbero essere tali per tutti.

Penso che questo sia retaggio di un sistema che non poteva usufruire di un apporto diretto immediato dei cittadini.

Oggi le cose sono mutate radicalmente, su qualunque argomento ciascuno è in grado di esprimersi.

Chi non ha il computer lo potrà fare assistito da un apposito ufficio o da un patronato.

Esistono dei meccanismi (che andranno affinati e devono essere Open Source per dovere di trasparenza), che permettono di aggregare il consenso sulle proposte (Liquid Feedback o altro).

Penso che fra alcuni anni le nazioni più progredite avranno le leggi che si formano sulla base del consenso a proposte dirette.

In questo modo perdono di senso i partiti con le clientele e tutto il resto.
Si fa piazza pulita di posizioni puramente ideologiche facendo emergere il 'buon senso informato'.

Resterebbero fuori solo i temi etici legati alla sfera religiosa e etica personale in cui si potrebbe procedere per referendum (on line).

Teniamo conto che le stesse elezioni sono una forma di sistema rappresentativo sbagliato.
Perché il mio voto ad esempio sulle quote latte, di cui so poco o nulla, deve valere come quello di un esperto?
Lasciamo che coloro che conoscono la materia dibattano e decidano facendo polarizzare il consenso sulle buone idee anche dell'ultimo dei cittadini.

Penso che chi adotterà un sistema del genere avrà finalmente un governo basato su leggi giuste e condivise.

Chiunque può far emergere buone idee, le persone si sentirebbero più partecipi dello stato di cui fanno parte, la tecnologia ci può dare veramente una democrazia partecipata.