Internet è indiscutibilmente il Repository (l'archivio storico) della conoscenza a disposizione di tutti.
Da alcuni anni meccanismi di feed-back Link +1 ecc. profilano i gusti degli utenti in modo da modificare le cose presentate in rapporto ai propri gusti e alle proprie convinzioni.
Questo è un effetto perverso della profilazione, vale per Google, per Facebook e non solo.
L'effetto perverso è quello che si può riassumere nel termine termine 'Daily Me' reso popolare da Nicholas Negroponte, per descrivere un quotidiano virtuale personalizzato secondo i gusti di un individuo.
E' un effetto già noto nell'editoria reale, la gente ama sentirsi dire quello che vuole sentirsi dire per cui i quotidiani non schierati sono i meno apprezzati dai lettori.
Come saprete Facebook non vi manda i contenuti di tutti ma solo di quelli che avete più apprezzato e delle persone che più commentate.
Questo ha l'effetto di rafforzare il legame con le persone a cui avete dato maggiore gradimento ed escludere gli altri rafforzando le proprie convinzioni nella convinzione siano generali (ma solo sono opinioni della propria parte).
Per fare un esempio immaginate una persona anoressica che entra in una discussione in cui si parla di anoressia, tenderà a sostenere con dei 'Like' le persone che la pensano come lei sul cibo o che vivono in prima persona gli stessi problemi. Ne consegue che la richiesta di una opinione non ricadrà su tutti ma sulla cerchia di coloro che la pensano come lei.
E' un aspetto perverso della profilazione (che per altri aspetti porta il vantaggio di selezionare le cose che ci possono interessare nel Mare Magnum della rete).
In definitiva le opinioni su questioni controverse che richiedono risposte imparziali vanno chieste al di fuori di sistemi che fanno profilazione.