Dopo la prima delusione della mancata adozione dei testi digitali a scuola sembra vogliano fare sul serio (finalmente), e decidere come adottarli.

Gli editori si incontreranno (e mi piacerebbe all'incontro ci fossero tecnici informatici competenti a rappresentare i cittadini) per le 'modalità operative'.

E' qui che si può agire per impedire che ci siano mille soluzioni diverse incompatibili tutte a discapito dell'utilizzatore.

Temo molto queste regole unilaterali.

La lotta per una piattaforma più libera a livello normativo credo possa influire solo sulla modalità di concessione dei libri.

Do per scontato che tutti punteranno ad avere dei DRM anticopia, magari uno diverso dall'altro (programmi da usare per leggere il libro acquistato in formato proprietario).

Inutile dire che se sotto Win, Mac, Linux, Android non hai il programma adatto, il libro non lo leggi.
Quindi tutte le piattaforme più importanti del mercato dovrebbero essere supportate (a pari prezzo).

Non devono essere accettati contratti che 'scadono', per cui chi ha più di un figlio può all'occorrenza passare al più piccolo lo stesso libro del fratello più grande.

Non deve essere impedito l'interscambio (non parlo di copia) anche tra dispositivi diversi, per cui l'eventuale DRM deve essere in grado di girare almeno sul 50% dei dispositivi sul mercato.

Devo poter vendere 'l'usato' ad altri.

Qualunque dispositivo legga i formati proprietari deve essere in grado di leggere anche almeno gli epub e i pdf.
Deve essere permesso ad un docente, se lo ritiene utile, utilizzare libri liberi o in creative common.

Occorre quindi un 'contratto unificato' nei tempi e nei modi così come avviene per la GPL, per evitare che ogni editore metta i suoi paletti con clausolette di diverso tipo (quello che accade ad esempio con i contratti telefonici).