Suscita scalpore la presa di posizione di Torvald che si mostra dispiaciuto per la crescita del kernel che lo ha appesantito.

I PC di oggi devono fare molto di più di quelli di ieri, supportare una quantità di dispositivi estremamente più vasta, fornire servizi sempre nuovi.

Guardate anche solo lo spazio che occupiamo nei nostri dischi e paragonatelo a quelli che ci bastavano negli anni precedenti.

Insomma la crescita è inevitabile, ed è giusto che sia così a meno di non sacrificare funzionalità.
Poi è chiaro, chi riscrive da zero un software magari con nuovi strumenti produce qualcosa di più ottimizzato ma ha senso? C’è il tempo di fare, debuggare ecc.?

E’poi evidente che quando un progetto esce dalle mani di un singolo e finisce ad un gruppo, la perdita di controllo del prodotto complessivo da parte del singolo è inevitabile, e per certi versi difficile da coordinare.

Ma attenzione, se il kernel mi rallenta del 12% ma nel frattempo i pc sono 10 volte più potenti il problema è irrilevante.

In ogni caso penso che dalle parole di Linux occorra trarre comunque un insegnamento, importante potenziare ma anche rivedere, dismettere, reingenierizzare.