Attualmente noto una forte mobilitzazione dei blogger sull’argomento, si parla di ‘bavaglio’ e si parla di uno sciopero.
Certamente non potrei che aderire a una iniziativa “contro il bavaglio dei blogger”.
Ma dato che di certi slogan semplificativi ne sento tanti e spesso li scopro corrispondenti a contenuti molto diversi, approfondisco.

Il punto della discordia è quello che qualcuno dichiara come l’emendamento ammazza internet.
(comma 28, lettera a dell’articolo 1)
Per i siti informatici le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.

Questo in pratica contrappone il pensiero di chi dice, su internet ‘dici tutte le cazzate che vuoi liberamente finché ti pare’ al ‘dici tutte le opinioni che vuoi finché ti pare ma se dici delle dimostrate cazzate rettifica’.

Sia chiaro non c’è blogger (tranne i veri anonimi), che sia totalmente irresponsabile per quello che scrive, e i rischi sono molto più gravi di quelli di una semplice rettifica.
Personalmente ho sempre scritto senza anonimato e non ho mai avuto problemi ad esprimere il mio pensiero, se qualcuno mi fa notare una imprecisione non solo rettifico, ma evito di perpetuare una cosa che si è dimostrata errata.

Dato che tutti potrebbero finire vittima di balle messe in rete orchestrate ad arte a proprio danno, questa forma di ulteriore salvaguardia la trovo positiva.

Ciascuno può scrivere sul suo blog delle verità o delle supposte verità, anche perché se le argomentazioni ci sono hai tutto lo spazio per indicarle, e se sono delle balle qualcuno deve dimostrare che lo sono per chiedere la rettifica.

Ecco perché non aderirò allo sciopero.