Nelle ultime elezioni europee ho visto la candidatura di un amico con il quale ho una notevole concordanza di idee A.B. (ma la cosa si è ripetuta con un altro caro amico recentemente D.B. anche se su scala locale).
Mi sono trovato in grosse difficoltà, da una parte ci sta la fiducia assoluta per quanto concerne la causa di bevetti, open source ecc. dall’altra la notevole lontananza ideale dal partito con il quale si erano schierati.
La soluzione ‘di compromesso’ che ho adottato è stato votarlo ma non invitare altri a fare altrettanto (non so se ho fatto bene o male ma è quello che alla fine ho scelto di fare).

L’articolo principale è dove parlo di ‘informatici e rappresentanza’ l’ho scritto parecchio tempo fa qui .
Un altro articolo per certi versi collegato è il ‘popolo della rete‘.
Ne consiglio vivamente la breve lettura, riporto solo la conclusione
….Uno che rappresenti gli informatici (forse purtoppo), non potrà mai esistere, è una categoria in cui ciascuno vuole rappresentarsi da solo.

Entrambi gli amici rappresentano l’Open Source, la lotta per brevetti più liberi e tanto altro, personalmente sono in quasi completa concordanza con le loro idee sul tema.
Ma se fai parte di un partito quando voti, voti anche tutto il resto.
Poi, se anche fossi eletto, capita questo .

In definitiva ‘l’informatico’ difficilmente riesce a rappresentare temi specifici in un sistema come quello politico che opera su temi ‘generalizzati’.
In pratica se ti presenti come partito devi rappresentare tante altre posizioni, che magari non sono per nulla condivise da quelli che si schierano per il tema specifico.
Detta un po meglio con un esempio, i Lug radunano tutti quelli che hanno in comune le stesse posizioni o quasi su Linux e l’Open Source, ma posizioni magari completamente diverse su immigazione, spesa pubblica, sanità e mille altri temi.

In realtà il tema fa da padrone, ed è un tema trasversale. Se, per fare un esempio, siamo contro la pena di morte, trovo sbagliato creare il partito dei ‘contro pena di morte’, ma dobbiamo far emergere in tutti i contesti il fatto che la lotta alla pena di morte è un valore universale.
Come fare?

Penso al momento la soluzione migliore sia radunare su un sito, una mailing list o altro, un grosso numero di persone che la pensano nello stesso modo es. il ‘movimento dei no TC’ o lo stesso ‘movimento pirata’ (sul cui nome da sempre manifestato non poca perplessità).
Al momento delle elezioni si chiede formalmente ai candidati, magari in un convegno, cosa pensano dei nostri temi appoggiando chi si impegna a sponsorizzarli, sostenerli, promuoverli con atti concreti.

Quest’anno ad esempio ho fatto una prova, ho scritto sul mio sito personale cosa mi piacerebbe per la mia città, vi garantisco che non pochi candidati hanno letto le richieste, ho anche avuto delle posizioni di appoggio e comunque ho diffuso delle idee.
Anche così hanno un peso (per quanto minimo), avessi aggregato centinaia di sostenitori di queste idee nessuno avrebbe potuto ignorarle.
Allo stesso modo il Lug della mia città ha chiesto in modo ‘paritetico’ ai candidati a Sindaco una posizione ufficiale sul tema e qualcuno ha risposto (valuteremo poi i risultati in seguito).

Secondo me la strada è questa