E’ nata su Punto Informatico una interessante discussione sul fatto che c’è chi chiede ad Obama che la rete venga data in mano ai G12.
Personalmente sostengo che è molto difficile che chi ha le redini della rete (Gli Stati Uniti), siano disposti a fare un passo indietro senza una adeguata contropartita.
Comunque non capisco perchè questa ‘governance’ debba essere nel caso in mano a un Gxx.
A questo punto meglio l’ONU. Se deve essere di tutti …

Ne è seguito un dibattito che se volete vedere lo trovate qui
http://punto-informatico.it/b.aspx?i=2615767&m=2616258#p2616258

Veramente si è un po usciti dal seminato, alla fine ci si è trovati a discutere dell’autorevolezza delle strutture, dell’utilità o no delle regole, del senso dell’ONU.
Riporto alcuni stralci del mio punto di vista.

[...]  come far funzionare un ‘tutto di tutti’ a partire da un ‘tutto di pochi’?
Gli attuali sistemi giuridici sono basati su persone fisiche, giuridiche, istituzioni, strutture ecc.
Le stesse regole del mercato vi si basano.
Ci devono essere meccanismi che creano una specie di ‘democrazia della rete’.
Se tutti la usano tutti la devono far funzionare (e spendere per farla funzionare).
Ma scendendo nel pratico, come arrivarci?
A mio parere l’unica è partire dagli attuali meccanismi di rappresentanza che ne creino dei nuovi.
Mi si passi un certo scetticismo, per il fatto che appena si discuterà di come gestire i pesi decisionali non si arriverà a nulla.
A mio parere il peso decisionale dovrebbe andare a persone connesse (sempre che si trovi come contarle).
Altri vorrebbero ragionare a popolazione dei paesi, a dimensione dei paesi, a numero di infrastrutture fornite alla rete ecc.
Insomma ci sono voluti decenni ad arrivare alle attuali rappresentanze, prima che arrivi qualcosa del genere…
Teniamo poi conto che quando distribuisci potere a qualcuno lo togli (se ci riesci).

[...] A questo punto l’unico rappresentante mondiale è l’ONU. E perchè lo è?
A mio parere perchè non ha reali poteri decisionali, la cosa sarà diversa quando non ci saranno più diritti di veto e avrà facoltà di deliberare a maggioranza (ma al momento esiste proprio perchè così non è).
Insomma dare la rete all’ONU è formalmente un darla all’umanità, le strutture nuove di rappresentanza? spero le vedano i figli dei miei figli.

[...] In realtà se si deliberasse a maggioranza si potrebbero attivare sanzioni economiche pesanti, l’isolamento economico non è un deterrente da poco può funzionare (che non vuol dire embargo).
Se poi qualcuno decide di ignorare le sanzioni decise a maggioranza va isolato pure lui.
Il paradosso è che tanto più il sistema economico diventa globale tanto più pesante sarà restarsene fuori.

Si è poi dibattuto del fatto che in rete non servono regole e che il sistema nasce ‘da solo’

[...] Io penso invece che il tutto vada gestito, prima si fanno le fondamenta poi il palazzo questo guardando la storia, poi se uno un giorno dopo 1000 esperimenti mi dimostrerà che è meglio l’opposto comincerò a costruirli così.
Questo nella consapevolezza che la parte di casualità su quanto vado a produrre creerà degli scenari imprevedibili, magari interessanti che varieranno l’idea iniziale.

Guidare in macchina, volare, il fenomeno dell’Open Source, il TCPIP, sono frutto di standard riconosciuti, regole, basi consolidate, organizzazione, strutture (si possono sempre discutere ma è una casa in perenne costruzione sempre più affinata, chi ci costruisce sopra continua a migliorarla), puoi sempre inventare qualcosa di nuovo ma il futuro oggi è frutto delle macerie del passato.

La standardizzazione (alias regole) crea le basi per un progresso.
Nulla accade per caso, il progresso da dove salta fuori oggi, mi invento un detto nuovo ‘chi fa per se fa per te’.
Il motore del progresso degli ultimi anni è stato, purtroppo, la convenienza economica e la concorrenza sempre più spinta, ma ben venga chi lo ha fatto per il proprio tornaconto, alla fine più o meno inconsapevolmente mi ha dato Internet.

Quella parte di incompleta libertà che ne è scaturita (es. Internet, Linux, l’Open Source) è in realtà un sottoprodotto non voluto dei due punti di cui sopra.

E comunque ho cominciato a lavorare in informatica nell’85, allora dovevi comprare tutto e studiare sui libri, oggi faccio di tutto in buona misura gratuitamente con Linux ed Internet. Ho in mano qualcosa di molto più approfondito e aggiornato della Treccani che una volta solo pochi potevano avere.
Posso approfondire a piacimento qualsiasi materia.
Comunico con il mondo.
Esprimo le mie idee.

Chiamatelo come vi pare per me questo è progresso.